Fallimento COGEOS all’asta

Un’altra storia di ingiustizia, di disperazione e di coraggio: la storia delle vittime del Fall.to COGEOS

Ieri, 17 dicembre 2003, al Tribunale di Monza si è celebrato l’ennesimo rito sacrificale: i risparmi di 20 famiglie sono stati immolati al superiore interesse della massa dei creditori (in buona sostanza una banca!). Tutto si è svolto come da copione:

  • le vittime, aiutate dal CONAFI e da Assocond
  • si sono organizzate in Comitato
  • hanno coinvolto la Regione Lombardia in incontri propedeutici al raggiungimento di soluzioni che salvassero loro la casa
  • hanno contattato la Coop. Urbanistica Nuova che intervenne con grande sensibilità nel caso Madi
  • hanno approvato un piano finanziario di intervento, che, a prezzo di grandi sacrifici, poteva consentire loro si riacquistare la casa da loro pagata e abitata
  • hanno ottenuto la solidarietà e la collaborazione degli organi fallimentari
  • hanno formulato offerta di acquisto degli immobili al fallimento
  • hanno partecipato all’asta di ieri mattina, rappresentati da Urbanistica Nuova.
  • La speranza che tutto si esaurisse con il sacrificio previsto e programmato si è rapidamente volatilizzata: il solito «imprenditore» specializzato in fallimenti ha fatto sapere che avrebbe concorso nell’acquisto.
    A nulla è valso argomentare che l’intervento avrebbe avuto il solo effetto di far lievitare il costo di acquisto, atteso che le vittime non avrebbero mai accettato che qualcuno portasse via la loro casa.
    Dopo un’asta tesa e al seguito di 15 rilanci Urbanistica Nuova si è aggiudicata gli immobili per conto delle vittime con un maggior onere di ben 450.000 euro!
    L’asta si è conclusa con manifestazioni di rabbia (espresse solo verbalmente e con molta civiltà, vista la situazione), con qualche malore e tra le lacrime di molte tra le vittime presenti.
    Era palpabile il disagio del giudice, del curatore e degli stessi carabinieri presenti, che sembravano solidarizzare con le vittime, seppure impotenti per la inesistenza di una norma di tutela a favore delle stesse vittime.
    Questa gente non perderà la casa, ma dovrà sopportare un onere pesante e ingiusto per mantenerla, schiacciati incolpevolmente tra l’insolvenza dell’impresa costruttrice, da una parte, e un meccanismo, quello fallimentare, dall’altra parte, che, anche quando vi è la comprensione degli organi fallimentari, alimenta gli appetiti di chi è senza scrupoli.
    Forse sarebbe bene che certi parlamentari presenziassero a vicende simili a quella di stamattina: io non riesco proprio a farci l’abitudine!
    FRANCO CASARANO, AVVOCATO