Una riflessione marginale

Ricevo spesso telefonate drammatiche. Ho la pelle indurita da questa vergogna che racconto ormai da diciassette anni, vivendola direttamente.

Molte delle persone e delle famiglie coinvolte per età, censo, come si diceva una volta, non sono messe bene. Soffrono, senza troppo rumore, ma soffrono. Non hanno le luci dei riflettori addosso, spesso neppure le vogliono avere per quella dignitosa ritrosia del popolo di una volta, che oggi si mescola alla difficoltà offerta dai mezzi di comunicazione a raccontare queste storie. Sono impegnati a raccontare di altro, forse di altre sofferenze, ma con il più o meno segreto impegno, quando sono equanimi, a realizzare l’uguaglianza nei disastri più che risolverli. Lucrano sugli uni e sugli altri. Quando possono lucrano, in termini di audience, anche sui nostri. Ma molto meno. Quindi meritiamo meno spazio.

Oggi, per esempio, mi ha telefonato un signore anziano, della provincia di Sondrio. A un tiro di schioppo dalla Svizzera. Ha fatto la domanda alla CONSAP nel 2006, ha ricevuto qualche anno dopo l’invito a reinviare la documentazione. Lo ha fatto. Non ha saputo più nulla. Ora dovrà telefonare alla CONSAP, chiedere della sua pratica per sapere che fine ha fatto. Aveva una voce calma, serena, non arrabbiata, ma con quella tristezza e quella malinconia che hanno le persone che vivono della loro buona coscienza. Non urlava, non imprecava, non bestemmiava la nazione priva di attenzione nei confronti dei suoi cittadini, voleva sapere solo che fine aveva fatto la sua domanda.

Ero io che bestemmiavo in cuor mio per il sovrastare idiota e feroce della burocrazia che lascia un anziano, disoccupato e invalido, senza risposta, e con lui molti altri, per anni, non per mesi, per anni!

Approvato in sede referente dalla seconda commissione Giustizia della Camera l’emendamento per il controllo di legalità

L’approvazione dell’emendamento (a firma Cimbro e Guerini), posto all’interno della Legge delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza dovrà passare l’approvazione del Senato. Dopo di che il Governo dovrà esercitare la delega entro i tempo stabiliti dalla Legge.

Il passo in avanti è notevole e va nella direzione auspicata di rendere effettiva e pienamente operante l’applicazione del d.lgs. 122. Grazie all’impegno dell’on. Eleonora Cimbro e Bazoli.

Questo il verbale dell’approvazione.

Storie dell’altro mondo

Ricevo la telefonata da un giovane signore. Il 23 prossimo la sua casa andrà all’asta. Assieme al suo appartamento altri dodici. Sono di una cooperativa di un quartiere della periferia di Milano, fallita da qualche anno. Non si sono messi insieme. Hanno tre o quattro avvocati diversi. Ognuno crede di avere interessi diversi. In questo modo saranno diversamente, ma unanimemente, fregati!

Nessuno di loro ha mai fatto nulla per contrastare la procedura o per trattare con più forza con giudice e liquidatore. Tutte le famiglie hanno pagato quasi completamente gli appartamenti e vi abitano.

Hanno quindi la residenza e quindi potevano esercitare il diritto di prelazione previsto dalla legge (art. 9 del d.lgs 122/05). Ma non l’hanno fatto perché i cosiddetti professionisti non lo sapevano o hanno ritenuto, erroneamente, di non esercitarlo.

Tutto questo nella Milano del 2017!!!!!

Di nuovo banche e immobiliare

Un articolo del quotidiano «Il Giornale» sulle sofferenze bancarie provocate dalle iniziative di immobiliaristi, diciamo così, spregiudicati.

I nomi sono altisonanti e, in certo senso, risaputi. In realtà, e sulla pelle dei mille casi documentati da ASSOCOND-CONAFI, il fenomeno riguarda la miriade di piccole imprese e impresine che costituiscono il settore.

I danni più grossi al risparmio sono venuti da costoro. Proprio in virtù dei tanti soldi che gli istituti di credito hanno dato ai grandi nomi questi, tranne alcuni casi, sono sempre riusciti quantomeno a consegnare le case agli acquirenti, seppure, vedi Santa Giulia a Milano, in condizioni fortemente carenti sul piano dell’urbanizzazione ecc.

Dove invece gli operatori erano piccoli, marginali e spesso legati al malaffare i soldi del credito sono serviti a iniziare i cantieri o poco più, coi risultati che sappiamo.

Qui l’articolo del Giornale