Un altro articolo per portare a conoscenza dell’opinione pubblica il sopruso che si sta consumando ai danni delle famiglie di Parabiago.
Mese: giugno 2018
Per noi sarà difficile ma per voi sarà impossibile!
Lo scrive Laura, coinvolta nel fallimento di #Parabiago. È il nostro motto di qui fino alla conclusione di questa triste vicenda.
Marco Dotti su “Vita”, con le ultime notizie sull’asta telematica delle case di Parabiago!
Ecco il link con l’articolo di Marco Dotti.
Quindi, non solo mettono all’asta la casa di una giovane famiglia che non ha alcuna colpa per il fallimento di un’impresa gestita male, ma gliela fanno telematica.
L’asta telematica è stata fissata tra il 29 agosto e l’11 settembre. Vale a dire in quesi giorni smanettoni più o meni identificabili ma con il portafoglio solvibile si aggiudicheranno la casa di una famiglia come se stessero giocandosela a dadi. Anche in questo caso la doppia faccia della modernità: le aste telematiche introdotte per velocizzare procedure troppo lente danno spazio e opportunità a nuovi modi di esproprio e competizione sulla pelle degli altri.
Inaccettabile!
L’articolo di Sergio:
Riflessione a caldo
La cosa che più mi rammarica nella storia di Parabiago è che quando fu approvato il d.lgs 122 eravamo convinti di aver impedito per sempre nella nostra nazione la vergogna di aste immobiliari con famiglie all’interno delle case. Famiglie che non avevano, beninteso, alcuna responsabilità perché avevano avuto il solo torto di aver anticipato soldi a un costruttore che poi era fallito.
Insomma, il problema era togliere dalle procedure concorsuali la parte più debole e senza alcuna colpa. Questo caso mostra, al contrario, che la norma, necessariamente definitoria nei suoi aspetti applicativi, lascia scoperte famiglie che pur coinvolte in procedure concorsuali vengono escluse dal diritto di prelazione perché le case sono state vendute, pur incomplete, quindi in costruzione, però con certificato di agibilità.
La ridondanza normativa che infesta il sistema giuridico italiano peggiora sempre di più fino a cancellare ogni parvenza di giustizia. Le norme che pure nascono con intenti corretti e semplificativi, togliendo i soggetti da posizioni improprie (nei casi relativi ai fallimenti immobiliari, la posizione impropria è quella dell’acquirente che si trova a essere coinvolto in un processo nel quale lui ha prestato i soldi per un bene e non per ricavare profitti o partecipare al rischio di impresa ma solo per dare soddisfazione a un bisogno per la quale ha pattuito un prezzo con chi glielo offre), vengono rimesse in discussione da una parola, da una definizione, da una lettera, in buona sostanza.
A rimetterci è lo spirito della legge che, invece, risulta chiarissimo a tutti tranne a coloro che proceduralmente sono chiamati ad applicare la legge. L’intenzione del legislatore subisce interferenze che arrivano fino alla distorsione e al rovesciamento degli effetti proprio in questa fase, nella quale si mescolano appetiti professionali, interessi fortemente tutelati (quelli del sistema creditizio, sempre coinvolto in operazioni dubbie da parte di soggetti dubbi) e vere e proprie carenze etiche coperte da comportamenti che vengono spacciati come professionali.
Tornerò sull’argomento.
Giornata pesante
Giornata pesante oggi. Sapremo se il curatore del fallimento ha inviato alle famiglie di Parabiago la notifica dell’esecuzione di sgombero dell’appartamento. PAGATO! PAGATO! Lo dico sapendo di attirarmi l’odio e il rimprovero di molti, ma vorrei avere con me qualche ONG! Ma sono solo, e su questa vicenda tranne Sergio Rizza di “Metro”, che di nuovo ringrazio, “il Giorno” e la “Prealpina” e qualche testata locale, pur interpellate e a conoscenza della vicenda non ho ricevuto alcuna, dico ALCUNA attenzione. Vedremo il da farsi con il legale. Ma qualcuno dei dotti e sapientoni che girano da giorni gridando al nazismo li vorrei qui con me a sostenere cinque famiglie italiane, tra cui due donne sole con due bambine di 4 e 10 anni.
La madre delle porcherie è sempre incinta!
L’ennesimo caso di fallimento a Parabiago. Con tanto di curatore che non vuole applicare la legge, e rifiuta di riconoscere il diritto di prelazione. Sembra di essere tornati nella Milano del 600 dove imperversavano bravi, bruti e azzeccagarbugli!
Qui l’articolo di Christian Sormani, che ringraziamo, sul “Giorno” edizione di Legnano
Aggiornamento: articolo
apparso sulla “Prealpina” a firma Luigi Crespi
Articolo di “Metro” di Sergio Rizza del 15 giugno 2018: