Mese: giugno 2015
Il primo intervento di Riqualificazione Energetica certificato da parte di Rete Irene
I dati aggiornati sulla dinamica del Fondo
Un convegno di ASSIMPREDIL. Buone intenzioni ma quanto realizzabili con l’attuale livello dell’imprenditoria?
Martedì 9 giugno 2015, ore 14.30 – 18.00 presso la sede Assimpredil Ance in via San Maurilio 21, Milano, convegno dall’ambizioso programma: «La ripresa economica inizia con la riqualificazione energetica degli edifici».
Bene, ottimo. La presentazione, a cura di IRENE (rete di imprese) prosegue:
The Renovate Europe Campaign (REC) è una campagna di informazione politica orientata a promuovere la riqualificazione energetica profonda del patrimonio edilizio esistente (Deep Renovation). La campagna riunisce realtà imprenditoriali e no profit attorno all’idea che per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico definiti dall’UE occorre sia aumentare il tasso di rinnovamento del patrimonio edilizio europeo, sia migliorare l’esistente intervenendo in modo integrato sugli impianti e sull’involucro edilizio, al fine di ottenere un miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio di almeno il 50%.
Renovate Italy, di cui RETE IRENE è supporter, si propone di stimolare in Italia, nell’ambito delle politiche e buone pratiche europee, strumenti e approcci innovativi per ridurre lo spreco energetico degli edifici e promuovere attività e progetti per la riqualificazione energetica del patrimonio costruito in Italia.Per rendere efficaci tali obiettivi, e sensibilizzare tutti i cittadini e gli operati del settore sui benefici della riduzione dei consumi di energia negli edifici, Renovate Italy organizza un convegno di studio per presentare i risultati di due importanti lavori di ricerca condotti dalla Commissione Europea:
− lo studio “Energy Renovation. The trump card for the New Start of Europe” (La riqualificazione energetica. La carta vincente per la ripresa dell’Europa) condotto dal Joint Research Center di Ispra
− il documento “Energy efficiency: the first fuel for the EU Economy” (L’efficienza energetica: la prima risorsa per l’economia europea), promosso dal Gruppo delle Istituzioni Finanziarie sull’Efficienza Energetica (EEFIG) dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite, per definire un percorso che favorisca gli investimenti nel campo dell’efficienza energetica. I due studi rappresentano uno stimolo di alto livello per un confronto sulle politiche nazionali, locali e regionali per la riqualificazione energetica.
Dimore storiche da salvare… perché?
È il titolo di copertina del settimanale di «Quotidiano Immobiliare», diretto da Guglielmo Pelliccioli.
È un titolo che mi provoca e mi spinge al paradosso.
Sì, contrariamente alla vulgata pietistica che reclina il capino sul passato e con fare compunto elenca le cose da salvare (dopo che si sono distrutti gli uomini), sostengo che le cose debbano andare alla malora, almeno come si sono fatti andare alla malora vite ed esistenze di persone in carne ed ossa, non pietre, malte, stucchi e ghirigori che i saperi del mondo assegnano a un’epoca per poi riprenderli nella successiva.
Due gli insegnamenti di quel titolo, che si riferisce al progetto di salvataggio di palazzo Cagnola, in via Cusani a Milano, palazzo che ospitò il grande feldmaresciallo Radetsky durante la dominazione austriaca di Milano:
allora è vero che la Storia è storia di distruzioni? Allora è vero che resta sempre qualcosa da salvare dal suo movimento esasperato? Ma allora perché ne riproponiamo a ogni occasione la forza propulsiva e l’inarrestabile e trionfante marcia?
E soprattutto, perché vogliamo salvarne le testimonianze quando sappiamo che la loro permanenza testimonia visivamente lo scempio di vite sul quale si sono costruite?
Salviamo le dimore del presente e dal presente, sono qui che gli uomini vivono e penano. Che possano penare meno e vivere meglio solo perché villa Cagnola si è salvata non lo credo… fino a prova contraria.
Robert Worsley, un agricoltore inglese che ha rifiutato ben 275 milioni di sterline (circa 378 milioni di euro, appunto) per un terreno di 550 acri
Apparentemente non è cosa che ci riguarda. Eppure a leggerla bene, questa notizia [qui il link] ha notevolmente a che fare con le nostre vicende. Si tratta non soltanto della testimonianza di una persona che si è rifiutata di adorare il dio denaro, ma di farlo perché convinto che lo imponeva l’attenzione ai vicini, agli amici, alla comunità e ai luoghi su cui è insediata da sempre una comunità di esseri umani e naturale che non voleva essere deturpata da costruzioni devastanti. Questo signore ci dice che si può avere una concezione della proprietà non individualista o assoluta, ma animata dalla cura di ciò che, per meriti propri o degli avi, ci è stato affidato.
Quante delle storie drammatiche che abbiamo documentato in questo blog nascono invece proprio dal contrario di questo atteggiamento?