Grazie a Marilena Di Martino abbiamo il verbale della seduta della II Commissione Giustizia che, venerdì 14 novembre, ha licenziato la legge 2195 approvandola e consegnandola all’aula del Senato.
Una valutazione a caldo (senza avere ancora disponibili i testi degli emendamente approvati): hanno recepito alcune cose ma molto c’è ancora da lavorare in aula per migliorare la copertura fideiussoria e il fondo di solidarietà.
Manteniamo alta l’attenzione: i fax o le mail a Caruso vanno interrotti. Occorrerà calibrare il nostro intervento sull’aula del Senato e sui gruppi politici.
Una riflessione a caldo, dopo aver letto solo il verbale della riunione che ha licenziato la legge.
Abbiamo avuto problemi in una commissione di «professionisti». Ne avremo anche in aula per la presenza di molti di questi «professionisti». Ieri, a «Tuttorisparmio» abbiamo avuto l’onore di ascoltare un «professionista», il notaio Busani, illustre collaboratore del «Sole24ore», paragonare le vittime dei fallimenti alle vittime degli incidenti stradali: non gli è passata neppure per l’anticamera del cervello che quelli, così come le vittime da fallimenti, si possono evitare. Nulla scalfisce il presunto rigore di un tecnicismo che si riduce all’applicazione monotona di stereotipi immutati e immutabili. Lo ha dimostrato, al contrario, proprio il lavoro di Franco Casarano che da professionista si è posto il problema di cosa non andava in una normativa che produce risultati così palesemente ingiusti e su questo ha costruito un’ipotesi, questa davvero professionale, di fuoriuscita dal pasticcio. Ipotesi che ha incontrato la volontà politica, lo sottolineo: politica, dell’on. Lino Duilio di risolvere una volta per tutte il problema.
I nemici di una soluzione giusta del problema che abbiamo sollevato in questi tre anni di attività (il 18 è il nostro compleanno!) appartengono a una mentalità «professionistica» più che politica. Abbiamo cercato gli interessi a noi contrari, abbiamo temuto i poteri forti, e quando siamo andati a parlargli, ci hanno ascoltato, ANCE e ABI hanno sostenuto (nei limiti della loro funzione) le nostre richieste, eppure tutto è diventato difficile appena la norma ha preso forma e si è avviata verso l’approvazione. E l’opposizione è risuonata saccente quanto arrogante, sulla bocca dei tecnici, di qualsiasi schieramento che sull’appartenenza politica hanno fatto sempre valere il loro «professionismo». In fondo l’unico interesse che si oppose alla legge fu quello del mondo delle cooperative: rientrato in aula in maniera clamorosa. Per ora è solo una constatazione: il prosieguo della vicenda dimostrerà la correttezza o meno della mia tesi.
Se avessi ragione e alla fine riuscissimo a portare a casa il risultato, forse potremmo dire di aver sospeso, una volta tanto, la regola aurea del dottor Azzecca-garbugli che chiedeva a Renzo di raccontarla chiara che tanto a loro toccava imbrogliarla.