Qualche malumore, comprensibile ma anche sostanzialmente infondato, da parte delle piccole e medie imprese del settore edile.
Potete leggere la loro presa di posizione in questa nota [grazie a Gennaro Gallo per la segnalazione].
Nel merito due osservazioni:
a. l’aumento previsto dei costi delle case in costruzione è davvero relativo e, secondo le proiezione dell’ANIA non dovrebbe superare il 2-1,5%. Da calcolarsi, però, non sull’intero valore dell’immobile ma solo sulla quota relativa agli stadi di avanzamento lavori.
b. Il problema delle difficoltà che incontreranno le imprese a bassa patrimonializzazione è IL PROBLEMA, nel senso che è fuori da ogni logica di mercato che le imprese che non hanno soldi rischino quelli degli acquirenti! Del resto l’entrata in vigore a inizio 2006 dei protocolli di Basilea 2 imporrà al credito d’impresa regole più rigorose e quindi la necessità per le limprese di dotarsi di quote di patrimonio più elevate. Davvero non si capisce come si poteva andare avanti con imprese senza capitale che costruendo con i soldi degli acquirenti, neppure garantiti e sicuri, realizzavano profitti enormi e a rischio zero… tanto a pagare erano i cittadini!