Problemi risolti e compiti immediati

Immaginiamo le classiche due colonne. In una quelle che CONSAP finora ci ha dato: una piattaforma digitale con profili personali all’inizio poco efficiente; aggiustata in corso d’opera e ora con una sua funzionalità accettabile. Qualche miglioramento potrebbe ancora essere apportato. Ma il grosso è stato fatto. Se ne parlerà con la VI quota, non così remota.

Nell’altra quello che ancora non c’è. Soffermiamoci su questo, perché non si tratta solo di tecnologia ma della finalità stessa per realizzare la quale il Fondo è stato istituito dalla Legge: indennizzare le vittime di fallimenti immobiliari, coloro che hanno perso casa e/o soldi dopo averla pagata, in parte e in alcuni casi tutta.

Qualche numero, per ora approssimativo. Il diritto è stato riconosciuto a circa 10.000 cittadini che nel lontano 2006 hanno fatto domanda. Di questi circa 1.000 non hanno presentato documenti sufficienti e necessari ad accedere ai benefici del Fondo. Nel 2023 i soldi che CONSAP ha accantonato nel corso degli anni per soddisfarli, nel caso avessero tardivamente presentato i documenti richiesti, sono stati immessi nel Fondo e resi disponibili per le prossime erogazioni agli aventi diritto.

Tra il 2006 e oggi il Fondo ha erogato cinque quote. La IV ha evidenziato forti criticità circa le gestione dell’anagrafica – una delle ragioni forti per passare a una gestione più efficiente e sicura dell’indirizzario e di tutto ciò che gli concerne. A oggi risultano circa 1.700 domande non ancora liquidate: indirizzi errati; non aggiornati; lettere, disgraziatamente non tracciate, non consegnate ecc. Difficile recapitare nuovamente le lettere. Ma si dovrebbe. Qui CONSAP non può aspettare che gli aventi diritto si facciano avanti, per motivi diversi: anzianità, decessi, eredi disinteressati, insomma la casistica dolente che accompagna tutti i casi della vita che in questa vicenda riassumono bene la condizione del nostro popolo (uso volutamente questo termine: popolo).

Con la nuova piattaforma sono state inviate circa 6.000 mail. Di queste sicuramente una percentuale significativa, cioè di poco sotto le due cifre, sarà tornata indietro perché errata; trascritta male o male interpretata perché la maggior parte di questi indirizzi mail erano pervenuti a CONSAP attraverso lo spazio compilato a mano sulle dichiarazioni di notorietà delle quote precedenti. Facciamo 600 mail errate? Prendiamo per buono questo dato. Vanno a sommarsi alle 1.700 lettere postali che non hanno trovato i loro destinatari. Fanno circa 2.300 aventi diritto a rischio di non ricevere la V quota dell’indennizzo in tempi utili. Ricordo che il Fondo ha 18 anni, tanti sono passati dalla sua istituzione. Tralascio i motivi di questo, meritano una riflessione ad hoc e, diciamo così, più “politica”. Lo farò, e presto.

Ecco quello che manca e che diventerà il compito di ASSOCOND-CONAFI nei prossimi mesi: fare in modo che tutti, proprio tutti gli aventi diritto siano soddisfatti. CONSAP deve fare in modo di trovare queste 2.300 persone e liquidare il dovuto. Lo deve fare perché la Legge glielo impone e perché questa è stata la volontà del Parlamento al momento dell’istituzione del Fondo. E questo ci attendiamo.

Cosa fare per chi non ha ancora ricevuto da CONSAP la mail con le credenziali

Intanto una premessa fondamentale: se il beneficiario del Fondo ha compilato la dichiarazione di notorietà delle quote precedenti inserendo la propria mail non riceverà la lettera per via postale ma solo via posta elettronica.

Quindi: se non riceve la mail può segnalarmelo. Provvederò a inviare la segnalazione del mancato invio a CONSAP direttamente.

Gli screenshot essenziali per scaricare e caricare la dichiarazione di notorietà e altri documenti necessari – aggiornati

È solo la rudimentale e primitiva sequenza di pagine che appare dopo il login al proprio profilo personale. Con una breve noticina esplicativa. In attesa di un vero e proprio manuale – anche breve e succinto… ma più professionale – come si conviene a un ente come CONSAP, di proprietà del ministero dell’Economia e delle Finanze della Repubblica italiana… o no? Non vi pare necessario?

Qui sotto le immagini in sequenza.

1 Dopo esservi logati e aver superato indenni la dashboard compaiono i vostri dati in possesso di CONSAP. Si possono aggiornare… indirizzo ecc.

2 Più in basso nella stessa pagina, nella schermata dell’anagrafica trovate lo spazio dove eventualmente modificare le modalità di pagamento

3 È la volta buona per visualizzare lo storico dei pagamenti andati a buon fine. Ovviamente non c’è la V… infatti non l’hanno ancora pagata, ma, ci assicurano, sono in procinto di farlo… dopo l’avrete in elenco per ricordarla…

4 Questa sotto è una pagina il cui senso mi sfugge.

5 Ecco l’agognata pagina da cui scaricare la dichiarazione e gli eventuali altri documenti. Cliccate più volte e vi si scaricheranno in successione: la dichiarazione sostitutiva eredi; la delega alla riscossione e ovviamente la lettera con la dichiarazione di notorietà da compilare e firmare.

6 Qui l’altrettanto agognata pagina di caricamento. Se siete in successione spostate la linguetta e vi apparirà un’altra pagina simile a questa con i pulsanti per il caricamento dei documenti previsti per le successioni. Altrimenti qui avete il necessario per concludere felicemente l’inoltro dei documenti necessari ad asseverare la procedura e permettere a CONSAP di bonificarvi. Meglio documenti in pdf. Uno per la dichiarazione e uno per la/le carta/e di identità, fronte e retro, in un unico file, non molto pesanti. Non sappiamo i limiti, ma meglio non superare i 3 mega per ogni singolo file. Tentativi per prova ed errori. In ogni caso l’avvenuto caricamento verrà segnalato in alto a destra con la comparsa di un fulmineo avviso, della durata di qualche secondo, di color verde, che vi dirà che è andato a buon fine. Altrimenti il messaggio sarà rosso. Riprovate dimagrendo il peso del file. Alla sinistra un breve “manuale utente”. Alla destra “stato pratica”. Cliccando vedrete lo stato del vostro caricamento [immagine subito dopo]. Per completarlo dovete cliccare “invia pratica”, dopo qualche istante di caricamento appariranno le spunte verdi. A questo punto la vostra domanda è completa ed è pronta all’istruttoria che si concludereà con il mandato di pagamento.

Altri problemi rilevati a una settimana dalla nuova piattaforma anagrafica di CONSAP per l’erogazione della V quota

In più di una settimana di lavoro ho avuto di che riflettere sui tipi di problemi sollevati dalla piattaforma. Li elenco qui sotto. In premessa un altro tipo di riflessione. Chi lavora su questo genere di prodotti ha in mente una certa tipologia di persone e solo quella. La “cultura” pubblicistica, orientata da un grossolano senso del progresso – versione appena un po’ abbellita del marketing più osceno – dice che i giovanissimi che consumano il loro tempo sullo schermo del cellulari sono esseri più virtuosi dei loro padri. Che i ritardatari non possono che essere schiacciati, nella sfida darwiniana tra chi si adatta innovandosi e chi non ce la fa. Così ho ascoltato per giorni, anziane signore da letti di ospedale biascicare la loro impossibilità a girarmi una mail per aiutarle a scaricare la documentazione; signori dalla dignità ferma, neppure orgogliosa solo ferma, chiedermi come interpretare questa o quella icona nella pagina del profilo personale; onesti pensionati obiettarmi che loro avrebbero fatto diversamente; tutti lamentavano la mancanza di un’adeguata documentazione che li aiutasse a completare la procedura. Qualcuno proprio non capiva. Ma era per stanchezza, per tedio… ultimo stadio di una storia, la perdita importante di soldi e/o casa che aveva segnato drammaticamente una parte della loro vita.

In tutto questo c’è un evidente vantaggio per il compito istituzionale che deve assolvere CONSAP? Dove lo si può calcolare? E in che termini? Nello specifico della gestione del Fondo è lecito aspettarselo, ma non è sicuro che lo si ottenga. Per diverse ragioni, da cui lascio ai lettori tirare, se vogliono, le loro personali conclusioni.

  1. Il nuovo database eredita i difetti del precedente su cui si basa; i suoi buchi e qualche lustro di trascuratezza nell’aggiornamento.
    • indirizzi postali errati mai corretti, o corretti e poi chissà perché cancellati.
    • Indirizzi mail ricopiati da cartaceo scritto a mano, con errori potenziali dello scrivente e di chi li inserisce; caselle dismesse o non più in grado di ricevere mail. La domanda è: le mail che non giungono a destinazione, esattamente come le lettere postali, potranno essere rilevate?
  2. Μa almeno la piattaforma permette di correggerne qualcuno di errore? Non del tutto, forse ne aggiunge di nuovi che si accumulano ai precedenti. Infatti…
    • … alle circa 1700 lettere postali non recapitate e disperse relative alla IV quota di due anni fa si sommeranno la percentuale di quelle dell’invio di 2000 in occasione della V quota che non saranno recapitate. Verranno corretti solo gli indirizzi postali che, a differenza della IV quota, saranno raggiunti dalla mail di CONSAP.
    • Ma i nuovi che verranno raggiunti e che prima si erano persi saranno annullati dagli errori nell’invio delle mail. Alla fine nel caso migliore si confermeranno gli invii falliti della IV quota senza annullare il rischio di aumentarli.
  3. In uno scenario di questo tipo è plausibile che l’erogazione del dovuto agli aventi diritto si velocizzi? Da quello che è successo in questa settimana pare proprio di no.

Al prossimo post alcune ipotesi che si riallacciano al discorso in premessa, vale a dire alla composizione sociale dei beneficiari del fondo, alla loro rilevanza e alla visibilità che hanno all’interno delle procedure che vengono messe in atto per soddisfare, in questo caso, non tanto un bisogno ma un diritto riconosciuto dalla Legge.

Lo sfondo di un fondo

Come nasce un fondo di indennizzo? Forse dal senso di colpa, di una società, di uno Stato, di un Parlamento.

Quando fu istituito il Fondo per le vittime dei fallimenti immobiliari nel 2005 (art. 12 e successivi fino al 18 del dlgs. 122) le disposizioni normative escludevano esplicitamente l’intervento delle finanze dello Stato al suo finanziamento. Il Parlamento con le norme precedenti all’art. 12 aveva coperto il buco legislativo che permetteva il coinvolgimento, ingiusto, dell’acquirente nel fallimento dell’impresa costruttrice, istituendo una tutela chiara e di sistema. Chi però aveva subito il danno dell’annosa negligenza legislativa doveva essere risarcito. A farlo sarebbero state le imprese che, nella stipula delle fideiussioni, avrebbero provveduto a un “contributo obbligatorio” versato direttamente al fondo nella misura del 5 per mille delle quote assicurate. Questo blog testimonia dei lunghi anni di gestione e difficoltà del fondo. Ma a costo zero per le Stato e per il contribuente.

L’elusione della legge, terminata solo con il Dlgs governativo sul “nuovo codice sulla crisi d’impresa” del 12 gennaio 2019 artt. 385/386/387/388, ha consentito al Fondo un risarcimento che supera di poco il 26% del danno ammesso all’indennizzo.

Questa premessa per dire poche cose ma importantissime. Le quote che indennizzano i cittadini vittime della mancata tutela non sono soldi dello Stato. Non sono soldi, tanti o pochi, che pesano sulle tasche dei nostri concittadini. Ed è per questo che la gestione di questi soldi deve essere, se è possibile, ancora più rigorosa e attenta.

Sono passati tanti anni, quasi venti. Molti dei cosiddetti “aventi diritto al risarcimento” non ci sono più. Molte persone che ci hanno accompagnato in questa impresa civile le ricordiamo per la loro umanità. Quelli rimasti sono ogni anno sempre più curvi e a volte afoni, civilmente afoni. Le famiglie, in certi casi quello che ne rimane, perdono la memoria. Sono più preoccupate del presente e poco gradiscono l’ombra di un passato che pure ha condizionato l’esistenza di tanti, determinandone la vita, in molti casi rovinosamente. Più passano gli anni più aumenta il rischio di abbandonare la partita; di lasciare che la patina del tempo alla fine lenisca le ferite di quello che è stato. Ma la polvere della trascuratezza non guarisce alcunché, anzi, è come sale sulle ferite che non sono mai del tutto chiuse.

È per questo che chiediamo una gestione del Fondo rigorosa e, soprattutto, rispettosa dello sfondo e della storia che ha portato alla sua istituzione. Dal momento che non è un’elemosina, non è un obolo, e forse non è neppure un diritto, come spesso viene chiamato il vociare dei molti – a cui personalmente non credo – ma solo la memoria di un danno subito e la sua riparazione tardiva. Dignitosa e doverosa riparazione.

Un primo bilancio a quattro giorni dall’inizio delle procedure per la liquidazione della V quota di indennizzo

Forse è presto, ma alcune considerazioni si possono fare. Ad essere sinceri. Non una grande performance da parte di CONSAP la piattaforma digitale che doveva migliorare le prestazioni anagrafiche del Fondo e permettere una più celere ed efficace erogazione delle quote previste.

Diversi i problemi. Tutti ascrivibili a una certa trascuratezza da parte di chi ha lavorato alla costruzione dello strumento informatico per l’erogazione del dovuto. Li elenco.

1. Gravi problemi di login. Password provvisorie che non rispettavanno le regole stesse di accettazione che il sistema richiede agli utenti. Veniva richiesta almeno una minuscola nella pw, ma in quelle fornite agli utenti ve n’erano spessissimo composte di sole maiuscole. Grottesco.

2. Interfaccia dispersiva. Prima pagina del profilo personale, una volta raggiunto e superato lo scoglio dell’autenticazione, quasi bianca, con i link alle sezioni del profilo solitari e nemmeno tutti funzionanti. Le cose non migliorano man mano che l’utente raggiunge la pagina dove scaricare la documentazione da compilare firmare e ricaricare sul proprio spazio. Bersagliato da “errore 401”, segno di scarsa manutenzione del server, non viene avvertito se non per un brevissimo, neppure dieci secondi, avviso verde di aver caricato correttamente il dovuto. L’utente rimane nel dubbio di avere o non avere portato a termine la procedura. Manca qualsiasi indicazione sui limiti di ciò che deve caricare: estensioni permesse – jpg o pdf? –, dimensioni. A volte si caricano a volte no, ma non viene data alcuna spiegazione sul verificarsi o meno delle condizioni per portare a termine la procedura. Si può caricare un solo file per volta, ma potrebbe anche verificarsi la necessità di caricarne due. Es. il fronte-retro della carta di identità richiesta per asseverare la dichiarazione di notorietà firmata.

3. Sulla quale va poi fatto un discorso di merito. Se si sceglie giustamente la digitalizzazione, allora va presa sul serio e la dichiarazione, essenziale per l’utente che si vedrà erogata la quota proprio grazie ad essa, dovrebbe essere compilabile senza essere stampata. Dei pdf si possono dare delle versioni con gli spazi in cui inserire i dati digitabili sul computer. I dati forniti a CONSAP sarebbero più sicuri e leggibili: mail, codici fiscali ecc. non sarebbero equivocabili dall’operatore che prende in mano la pratica.

Questo per quanto riguarda la parte strettamente informatica della procedura. Ci sono poi valutazioni più strettamente legate alla politica di CONSAP circa i tempi e la spedizione, per i rimanenti utenti che non possiedono mail, delle dichiarazioni. Ma l’affronterò in un post successivo.

Abbiamo presentato a CONSAP i rilievi qui descritti e certamente nei prossimi giorni a quelli più eclatanti e di maggior impatto sugli utenti verrà data soluzione, Ma tant’è, si poteva fare meglio, i mezzi c’erano e le competenze pure.

CONSAP ha oggi aggiornato la pagina del Fondo per gli acquirenti di beni immobili da costruire

A questo link troverete le prime indicazioni circa la tempistica dell’invio delle mail per accedere al proprio profilo personale. CONSAP indica il 10 gennaio prossimo come data di inizio degli invii.

Una volta entrati nel profilo personale sarà possibile scaricare la lettera con la dichiarazione di notorietà da compilare e ritornare nuovamente a CONSAP. Le modalità del reinvio, però non sono state precisate. Attendiamo ulteriori precisazioni in merito.