Il numero 6, del giugno 2005, della rivista di settore «Il nuovo cantiere» dedica un ampio servizio al decreto attuativo della legge 210.
Già nel titolo, abbastanza forte, si sottolinea il carico che verrebbe posto sulle spalle dei costruttori: «Pagano solo i costruttori». In realtà, leggendo l’articolo, le posizioni diventano molto meno nette e definitive. Tra l’altro, come ormai ci siamo abituati a leggere, rimangono sempre inspiegabilmente contraddittori i rilievi mossi alla legge.
Si dice: i costi saranno insostenibili per alcuni costruttori. Dopo di chi si dice anche: ma graveranno sul costo degli appartamenti. Decidiamoci: i costi delle fideiussioni li pagano gli acquirenti o gli imprenditori? Se li pagano gli acquirenti gli imprenditori non hanno motivo di lamentarsi; se li pagano gli imprenditori l’aggravio, assolutamente congruo e dell’ordine di uno o al massimo 2 punti percentuali sulle cifre anticipate non li mette certo in braghe di tela.
In realtà non si vuole ammmettere, o meglio qualcuno alla fine dell’articolo lo ammette, che questa legge servirà proprio alle aziende sane che saranno in grado di stare sul mercato meglio perché garantiranno meglio i soldi dei propri clienti. O il mercato è fatto solo dai costruttori?
A volte sembra non si voglia capire una cosa di una semplicità disarmante (simplex sigillum veri!):
l’acquirente è un soggetto che impiega i suoi soldi per acquistare un bene per il quale anticipa parte del prezzo finale. Punto. L’acquirente non partecipa in alcun modo agli utili d’impresa alla quale versa il proprio denaro e la società fallisce proprio perché non riesce a creare utili. E volete che i soldi dell’acquirente, che nulla c’entra con il rischio d’impresa, non siano tutelati?