Il Sindaco, Emilio Bonifazi, ha inviato una laconica missiva a tutti coloro che nei giorni scorsi hanno espresso solidarietà a Bruno Falzea. In allegato vi erano i documenti che attestavano le cause “perse” da Bruno nei confronti del Comune.
Ho replicato immediatamente, così come ha replicato Adriano La Rocca. Questa la mia mail:
Caro Sindaco,
Intanto la ringrazio per la documentazione allegata alla sua.
Questo però non mi impedisce di muoverle alcune osservazioni, senza entrare nel merito legale della vicenda Falzea.La prima riguarda il ruolo che i comuni svolgono nei confronti delle intraprese edilizie sul proprio territorio. Certamente i contenziosi tra l’acquirente e l’impresa non riguardano il comune, almeno in punta di diritto e mantenendo la giurisprudenza netta la differenza tra diritto amministrativo e i contratti tra privati. Cionondimeno, da un punto di vista più ampio e attinente alle vicende che come associazione documentiamo da anni, il ruolo dei Comuni nell’attribuire autorizzazioni e convenzioni che poi si risolvono, più spesso di quanto si creda, in fallimenti drammatici nelle loro conseguenze, risulta abbastanza ambiguo. I cittadini leggono i cartelli fuori dai cantieri con gli estremi pubblici dell’autorizzazione come vere e proprie garanzie: se il Comune ha autorizzato allora l’impresa è solida; se la banca ha finanziato allora l’impresa è valida… Insomma una commedia degli equivoci su cui, mi permetta, molti hanno operato in malafade.
Molte imprese hanno rastrellato quattrini dagli acquirenti e hanno poi chiuso baracca e burattini; istituti di credito hanno finanziato soggetti inattendibili con la certezza dell’ipoteca che li tutelava nell’ambito della procedura fallimentare. A rimetterci sempre e solo i cittadini. Questo è un dato di fatto.
Non si può poi attribuire la responsabilità all’incauto acquisto del cittadino, anche perché la banca che finanzia il fallito allora come deve definirsi se non più incauta ancora dell’acquirente? Visto che ha impegnato molti più soldi e rischio? E la banca ha strumenti molto ma molto più efficaci del cittadino nel capire in che situazione si trova realmente l’impresa!!!! Lo dovrebbe fare di mestiere! O no? O solo il cittadino deve essere una volpe?? Non si dimentichi che l’impresa inizia perché la banca la finanzia non certo solo con i soldi dell’acquirente.
Ecco perché crediamo, al di là della vicenda specifica, che l’impegno dei comuni a risolvere queste vicende che, ripeto, sono diffuse in tutto il territorio italiano e solo in quello perché non esiste paese al mondo in cui il fallimento dell’impresa grava sugli acquirenti, sia un dovere che discende dal ruolo che, in un modo o nell’altro il Comune ha giocato nell’avviamento di iniziative che si sono rivelate fallimentari.
Ora, però, ed è questo che più ci preme, c’è una legge la 122 che obbliga il costruttore a fornire garanzia fideiussoria all’acquirente. Ci risulta e lo abbiamo documentato a marzo in Parlamento, che venga disattesa per un buon 90%… Una vera vergogna. Anche in questo caso il Comune può giocare un ruolo positivo. Di informazione dei cittadini quanto ai loro diritti e, torno a ripeterle, quello previsto dalla legge 122 è un obbligo (obbligo non facoltà) alla fideiussione… Quel 90% di imprese che non applica la legge credo che abbia chiesto l’autorizzazione al proprio comune che, anche in questo caso, se ne lava le mani. La legge viene disattesa sotto gli occhi di chi la legge, per altri versi, la fa applicare magari multando giustamente i cittadini indisciplinati, riscuotendo giustamente le tasse, imponendo regole e comportamenti… Ma nel caso delle costruzioni no. Tutto questo passa in fanteria assecondando l’unica cosa che sembra obbligata e necessaria: far soldi senza rischiare nulla, anzi trasferendo il rischio sui cittadini. Comprenderà bene come lo scollamento tra cittadini e amministrazioni sia destinato ad approfondirsi ogni giorno di più.
Questo per noi è il significato del caso Falzea, al di là della sua storia tormentata e difficile. Mi sarebbe piaciuto che insieme con i documenti delle “condanne” di Bruno Falzea (civili…) lei avesse mandato quelli relativi all’impresa e al tipo di reato (penale) che in genere accompagnano le sentenze di fallimento: truffe, malversazioni, falso in bilancio, bancarotta fraudolenta ecc. Bruno Falzea è una di quelle persone che caparbiamente non si è rassegnata. Per questo lo sosteniamo e per questo speriamo che venga trovata una soluzione equa per la sua situazione.
Cordiali saluti
Per CONAFI-ASSOCOND: Riccardo De Benedetti, vicepresidente
Questa inveca la mail di Adriano La Rocca:
Illustrissimo Sig. Sindaco di Grosseto, dott. Emilio Bonifazi,
avendo ricevuto la Sua telegrafica nota, riguardante il caso del nostro associato, Geom. Bruno Falzea, nonché il pro-memoria dei competenti Uffici comunali, nonché le sentenze del TAR della Toscana e del Consiglio di Stato (atti che conosciamo molto bene), brevemente rispondiamo quanto segue:
1) le due sentenze (TAR e Consiglio di Stato) contengono un concetto molto semplice e chiaro: la materia del contendere non è di competenza del giudice amministrativo, bensì del tribunale ordinario. Entrambe le magistrature chiamate a pronunciarsi, infatti, hanno dichiarato la propria “Incompetenza a giudicare”, respingendo i ricorsi presentati da Bruno Falzea. In nessuna delle sentenze, però, Lei troverà scritto che LA DETERMINAZIONE DEL PREZZO DELL’ALLOGGIO, CALCOLATA DAGLI UFFICI DEL COMUNE, E’ GIUSTA ED ESATTA!
2) Bruno Falzea, che aveva presentato questi ricorsi amministrativi nelle more di decisione di altra causa, che era in discussione davanti al Tribunale di Grosseto, contestava, in particolare, la determinazione del prezzo (da lui già interamente pagato e non solo: l’impresa, infatti, oltre a quanto stabilito nel preliminare per l’acquisto della proprietà dell’immobile – 117 milioni, più altra somma versata “a nero” – era riuscita ad ottenere ANCHE il frazionamento del mutuo garantito dallo Stato ed il conseguente pagamento di altri 60 milioni dalla B.N.L.) che è stata fatta dagli Uffici tecnici del Comune di Grosseto. Quando dovesse risultare di qualche utilità nella comprensione della vicenda riguardante Bruno Falzea, gli Uffici del Comune (nell’arco dei 14 anni trascorsi dalla consegna dell’immobile), attraverso successivamente determinazioni, hanno modificato più e più volte il costo di costruzione dell’alloggio, aumentandolo, poi diminuendolo, poi aumentandolo nuovamente. E’ lecito chiedere ad una Pubblica Amministrazione, ordunque, quale sia il costo definitivo di costruzione dell’alloggio ed in quale modo esso debba essere correttamente calcolato?
3) soltanto nel 2005 il Tribunale di Grosseto, accogliendo il ricorso presentato da Bruno Falzea, ha emesso la sentenza con la quale ha ordinato che gli venisse trasferita la proprietà dell’alloggio e (non è stata una bella figura, per gli Uffici del Comune!) ha stabilito un prezzo INFERIORE a quello determinato dall’Ufficio Tecnico dell’Amministrazione della quale Lei è, onorevolmente, Sindaco.
4) essendo, tuttavia, stato dichiarato – nel frattempo – il fallimento dell’impresa costruttrice del fabbricato, BIEMME Costruzioni di Bardi & Melani (stante, però, quanto al precedente punto 2, sorge il remoto dubbio, per adesso non supportato da elementi probatori, che forse non di fallimento avrebbe dovuto trattarsi, bensì di qualche altra procedura concorsuale, nella quale maggiore peso avrebbero potuto assumere aspetti rivelanti sul piano penale), la curatela fallimentare ha presentato appello contro la sentenza del Tribunale di Grosseto, quella che ha stabilito che la proprietà dell’alloggio deve essere trasferita ed intestata a Bruno Falzea;
5) la prima udienza dell’appello è stata fissata per il marzo del 2009 e si ha ragionevole motivo di ritenere che la sentenza uscirà per il 2012.
6) nel frattempo, tuttavia, Bruno Falzea, oltre a vivere una vita d’Inferno per non restare schiacciato dalla ordinaria ingiustizia (fenomeno interamente e tipicamente “italiano”), ha dovuto sostenere spese notevolissime per difendere il suo diritto alla proprietà della casa, gia pagata e strapagata e corre ancora il rischio che la curatela fallimentare possa ottenere una sentenza con la quale potrebbe essergli sottratta e vanificata ogni speranza (oltre che il suo buon diritto).L’amministrazione comunale, qui veniamo al nocciolo del problema, ove intendesse non rimanere inerte spettatrice di questa vicenda, ma, intendendo salvaguardare il “pubblico interesse” e le finalità legittime del programma attraverso il quale (nel rispetto delle leggi che, all’epoca, hanno permesso di realizzare l’intervento di edilizia agevolata-convenzionata del quale fa parte l’alloggio strapagato da Bruno Falzea, assegnatario che è ancora in possesso di tutti i “requisiti soggettivi” per vedersi intestata la proprietà dell’immobile) è stato realizzato il fabbricato, potrebbe (dovrebbe?) intervenire dichiarando la decadenza della BIEMME Costruzioni, revocando quindi la convenzione a suo tempo sottoscritta con quella impresa fallita, allo scopo di impedire che, nel caso l’immobile dovesse finire all’asta, la proprietà possa essere trasferita a persone che non avrebbero obbligo alcuno di dimostrare il possesso dei “requisiti soggettivi” per la partecipazione ai programmi di edilizia agevolata-convenzionata.
Una volta dichiarata la revoca, per inadempienza, della BIEMME Costruzioni, nulla impedirebbe al Comune (che è proprietario dell’area e di tutto quello che vi è stato costruito sopra) di assegnare l’alloggio a Bruno Falzea per il rimanente tempo dei 99 anni (essendone trascorsi già 16) per i quali il diritto di superficie era stato concesso al costruttore fallito.Non ho potuto essere sintetico quanto lo è stato Lei, Ill.mo Sig. Sindaco, ma sono certo che se la Sua amministrazione volesse esserlo con i fatti e con gli atti, il caso di Bruno Falzea si sarebbe potuto chiudere e definire, si può ancora chiudere e definire, nello spazio di 30 giorni (anziché i 16 anni che sono già trascorsi e gli altri 6 anni che si prevede dovranno ancora trascorrere, prima di riuscire a vedere la “luce” alla fine di questo oscuro tunnel).
Nel ringraziarLa, Ill.mo Sig. Sindaco , dell’incontro da Lei gentilmente accordatoci per il prossimo 29 maggio a Grosseto e della Sua attenzione e della disponibilità da Lei dimostrata nel corso di tutta questa iniziativa di sostegno della giusta lotta di Bruno Falzea, La prego di voler estendere la nostra gratitudine alla persona della gentilissima e paziente Sig.ra Marta Tarsi, incaricata della Sua segreteria particolare.
p. ASSOCOND-Conafi Toscana
il f.f. di presidente
Adriano La Rocca