… è constatare che alla base del tentativo di cancellare la fideiussione non c’è tanto una volontà chiara e netta che ci dice: cari cittadini che impiegate i vostri soldi nell’acquisto della casa non confidate in una tutela che non vi spetta, altre sono le priorità che ci interessano: salvare certe imprese; mantenere alta l’aspettativa di un facile guadagno in un settore in cui la legalità è pressapoco assente; far arricchire anche chi non ha cultura d’impresa, non investe in ricerca; se ne sbatte delle nuove esigenze dell’abitare, insomma prendetevi il vostro rischio e chiudete il becco. No, questo nessuno verrà mai a dircelo. Ci diranno, e me l’hanno detto, guarda che siete dei poveri illusi, voi e la vostra legge. Siete degli illusi perché in questa nazione che non è una nazione, voi avete creduto che una semplice norma potesse essere applicata così come è uscita dall’aula parlamentare. E no, non è così. La legge, quando non è applicata, la si cambia. Ma perché non si applica? Mi chiedo. Forse perché è scritta male? Forse perché è impossibile applicarla? Non credo proprio: a confutare questa affermazione basterebbe una sola impresa una che ha lavorato e venduto le sue case applicando la norma. E ce ne sono, non tante, non tutte, ma ce ne sono. No, non si applica perché non la si vuole applicare, non la vogliono applicare così come il ladro sa che non si può rubare ma ruba lo stesso.
A questo punto il mio interlocutore, nemmeno tanto immaginario, è come se dicesse: dal momento che le norme contro il furto non evitano che ci siano dei furti allora modifichiamo la legge che li vieta.
Altro che emendamento al dlgs 122… Come mi ha scritto Lorena: «l’Italia ci prova ogni tanto ad uscire dal giro poco virtuoso della legittimazione di ciò che ovunque è illegittimo», vediamo di prolungare la prova fino a farla diventare norma.