Sento già l’obiezione: ma in fondo non sono percentualmente tanti i crolli delle case per effetto dei criminali risparmi di cemento!
È una variante di quest’altra: in fondo non sono tanti, percentualmente, i fallimenti immobiliari!
Deduzione: perché gettare la croce addosso a un’intera categoria che tanto ha fatto per il pil nazionale! È lo scotto che in fondo possiamo pagare, se ben ci pensiamo, a fronte dell’indotto occupazionale e della ricchezza che l’attività edilizia aperta a tutti garantisce a molti. Bene: bisogna respingere totalmente questa assurda teoria sacrificale, secondo la quale, la ricchezza dei pochi può sopportare la catastrofe di qualcuno.
L’attività edilizia deve seguire le regole e le leggi anche a costo di ridimensionarsi e di ripulirsi dei cattivi soggetti che la popolano. Le case che crollano, le garanzie negate agli acquirenti e a chi lavora nei cantieri, gli sfregi al paesaggio e alla bellezza che i costruttori e la loro corte di miracolati fatta di cattivi architetti, politici corrotti, ingegneri geometri, mafiosi di tutte le risme, a tutti costoro va tolta la possibilità di continuare a fare affari sulla pelle dei cittadini.
Buzzetti ha avuto il “coraggio” di chiedere ancora semplificazioni. Perché la categoria che rappresenta non comincia prima ad applicare le leggi? Perché deve mettere la comunità nazionale di fronte al fatto compiuto dell’impossibilità di controllare gli ingordi profittatori che vi allignano?