Due considerazioni preliminari alla vicenda che, ricordiamo, vede la proposta da parte di un gruppo consistente di parlamentari di Forza Italia e di tre parlamentari del PD, di sopprimere un articolo apparentemente laterale delle norme approvate a gennaio.
Preliminarmente il problema è l’ammissibilità dell’emendamento all’interno del provvedimento odierno, vale a dire il decreto sulla crescita. La soppressione della norma non ha alcun senso in quel contesto.
Nel merito la proposta non ha senso in quanto la norma precedentemente approvata chiarisce un obbligo che già esisteva nella 122 responsabilizzando il notaio nella fase di controllo della fideiussione e della polizza assicurativa decennale.
Dunque l’unico obiettivo è procrastinare una situazione, come l’attuale che attende entro qualche settimana, l’emanazione dei testi standard di fideiussione e decennale postuma, e garantire per un tempo X la sostanziale disapplicazione della norma approvata. La norma, per quanto pubblicata in Gazzetta Ufficiale e pienamente in vigore, ha ancora bisogno dei modelli standard della fideiussione e della decennale postuma che la commissione deve licenziare a 90 giorni dalla pubblicazione. Il lavoro va avanti ed è in fase finale, e un eventuale approvazione dell’emendamento soppressivo prolungherebbe la mora dell’applicazione operativa. Come si evince un emendamento subdolo e pericoloso che va fermato.
È un segnale preciso, politico in senso pieno, volto a costituire nel prosieguo dell’attività legislativa un diverso orientamento del Parlamento in caso di mutamento sostanziale del quadro di governo.