Una riflessione marginale

Ricevo spesso telefonate drammatiche. Ho la pelle indurita da questa vergogna che racconto ormai da diciassette anni, vivendola direttamente.

Molte delle persone e delle famiglie coinvolte per età, censo, come si diceva una volta, non sono messe bene. Soffrono, senza troppo rumore, ma soffrono. Non hanno le luci dei riflettori addosso, spesso neppure le vogliono avere per quella dignitosa ritrosia del popolo di una volta, che oggi si mescola alla difficoltà offerta dai mezzi di comunicazione a raccontare queste storie. Sono impegnati a raccontare di altro, forse di altre sofferenze, ma con il più o meno segreto impegno, quando sono equanimi, a realizzare l’uguaglianza nei disastri più che risolverli. Lucrano sugli uni e sugli altri. Quando possono lucrano, in termini di audience, anche sui nostri. Ma molto meno. Quindi meritiamo meno spazio.

Oggi, per esempio, mi ha telefonato un signore anziano, della provincia di Sondrio. A un tiro di schioppo dalla Svizzera. Ha fatto la domanda alla CONSAP nel 2006, ha ricevuto qualche anno dopo l’invito a reinviare la documentazione. Lo ha fatto. Non ha saputo più nulla. Ora dovrà telefonare alla CONSAP, chiedere della sua pratica per sapere che fine ha fatto. Aveva una voce calma, serena, non arrabbiata, ma con quella tristezza e quella malinconia che hanno le persone che vivono della loro buona coscienza. Non urlava, non imprecava, non bestemmiava la nazione priva di attenzione nei confronti dei suoi cittadini, voleva sapere solo che fine aveva fatto la sua domanda.

Ero io che bestemmiavo in cuor mio per il sovrastare idiota e feroce della burocrazia che lascia un anziano, disoccupato e invalido, senza risposta, e con lui molti altri, per anni, non per mesi, per anni!

Una riflessione politicamente scorretta a uso di chi ha orecchie per intendere

Sono tredici anni che questo blog racconta una semplicissima cosa: la soluzione giuridicamente efficace a un problema ottenuta con il sacrificio e l’azione di pochi cittadini a vantaggio di tutti gli altri.
Chi compra casa e anticipa i propri soldi al costruttore, se costui fallisce, è tutelato, da dieci anni. I soldi che versa, infatti, non possono essere considerati capitale di rischio. Il rischio è dell’impresa che, su questo, giustamente, ricava i propri utili. Se è capace di lavorare, progettare e offrire al mercato prodotti che soddisfano il bisogno di abitazione che giustifica l’esistenza dei costruttori.
Ora, in tutti questi anni, almeno dal 2005, in cui la legge 122 è entrata in vigore abbiamo affrontato, io, l’avv. Franco Casarano, Marco Magni, l’avvocato Augusto Cirla e pochi altri in giro per l’Italia, decine e decine di casi di fallimenti che non hanno avuto modo di essere tutelati dalla norma. Vuoi perché erano precedenti all’entrata in vigore della legge, vuoi perché gli acquirenti non sapevano delle tutele e non hanno esercitato il diritto previsto.
Soluzioni per loro sono difficili da trovare e infatti non se ne sono trovate. Così che moltissime famiglie, dell’ordine delle centinaia, e altre se ne stanno presentando all’orizzonte, hanno perso la casa e i soldi.
Non hanno ricevuto l’attenzione di nessuno. Dico nessuno. Sono profughi, a tutti gli effetti.
Ho visto trovare soluzioni abitative di emergenza, altre di housing sociale, come si dice ora per fare i colti sullo sterco che ancora ricopre spesso il comparto dell’abitazione. Ma mai ho trovato da parte di molte istituzioni benemerite, caritative, cooperativistiche, fondazioni bancarie, che pure si spendono, con passione e altruismo, a questo punto non so quanto disinteressato, per gli altri, attenzione e sostegno su soluzioni praticabili in grado di ristorare le famiglie incolpevolmente coinvolte.
Parlo molto chiaramente: ma quando si sostengono progetti di housing sociale per i quali si spendono soldi, tanti soldi pubblici e no; si offrono soluzioni di emergenza a persone e famiglie bisognose tra le quali mai, dico mai con cognizione di causa, sono inclusi coloro che hanno pagato tutti i loro soldi per avere la casa e che per effetto del fallimento dell’impresa l’hanno persa e per riaverla se la ripagano, ebbene, quando il nostro sistema funziona così funziona male è profondamente ingiusto nei confronti dei cittadini italiani. E questo non è tollerabile. Non dovrebbe essere tollerabile neppure per la buona coscienza di coloro, e sono tanti, che dicono di spendersi per i mali del mondo e non di quelli del loro prossimo.

Dopo tanti anni di questo blog, verrebbe da dire troppi

Una riflessione veloce (in parte anticipata sulla versione Facebook): ho ripristinato il blog che racconta e documenta dal 2003! sì: dal 2003, buona parte dell’attività di ASSOCOND-CONAFI sulla questione dei fallimenti immobiliari. Non è tutta l’attività di ASSOCOND-CONAFI. Molto è stato fatto sulla riforma del condominio. Moltissimo si è speso sulla tutela del condomino. I professionisti che fanno parte dell’ossatura di ASSOCOND-CONAFI hanno continuato a fornire ai più il meglio delle loro capacità. Lo hanno fatto direttamente con la loro attività professionale; spesso e volentieri spendendosi in vicende oscure e difficili, salvando decine di famiglie dal baratro del fallimento economico ed esistenziale.

Eppure, in questa vicenda c’è un convitato di pietra il cui ruolo doveva essere decisivo e lo è stato in misura inferiore alle aspettative. Sono le famiglie, le persone direttamente coinvolte e intrappolate nel meccanismo.
E qui parlo personalmente. Non sono un legale. Sono un cittadino che professionalmente ha fatto altro: ha scritto, scrive e continuerà a farlo. Mi sono dato il compito, assieme all’avv. Franco Casarano e Marco Magni, di portare a termine la missione che ci siamo dati nel lontano 2000: garantire ai cittadini italiani l’acquisto sicuro della propria casa. La legge è stata approvata; il diritto al risarcimento pure. Si tratta di applicarla. Manca un piccolo tassello, importante: le sanzioni per chi la legge non la vuole applicare. Questo è il nostro impegno in questi ultimi anni, questo è quello che documenterò sul blog e sui social sui quali siamo presenti.

Spesso devo rispondere a obiezioni e perplessità che troverebbero una facile risposta se soltanto qualcuno di coloro che pongono domande facesse scorrere anche velocemente tutto ciò che c’è scritto in questo blog; le storie, le difficoltà, il dibattito parlamentare per ottenere la legge e via via tutto ciò che ne è seguito e lo ha preceduto. Gli interventi sui giornali, sulle tv, le polemiche con giuristi, associazioni, imprenditori ecc.

Un lavoro immenso, svolto da pochissime persone, a cui spesso ha fatto da contraltare la crassa ignoranza di chi pur coinvolto in quelle vicende riparte sempre da zero, come se il mondo, le cose e le persone che si sono mosse e hanno lavorato senza chiedere nulla in cambio, non fossero mai esistiti.

Si dice che siamo un popolo senza memoria e senza la necessaria attenzione. È la verità. È per questo che ogni volta che sento gettare la croce addosso a qualcuno e a qualcosa conto non fino a dieci ma fino a mille, prima di prendere per oro colato rimproveri, imprecazioni e maledizioni che, queste sì, lasciano il tempo che trovano e non spostano di un millimetro le cose.

Noi questo millimetro lo vogliamo spostare.

Ancora una volta connessi!

Finalmente di nuovo operativo! Dopo il salvataggio dell’anno scorso negli ultimi mesi anche il nuovo server ha mostrato segni di cedimento. Nuova migrazione e nuova veste (ancora da migliorare e da completare) per le cronache di una vergogna tutta italiana: una legge importante per i risparmi dei cittadini ignorata e disattesa solo per l’arroganza, miope e cialtrona di una classe imprenditoriale penosa e fuori dal tempo.

Con l’occasione ho scorso la storia di questo blog che raccoglie e sintetizza, senza esaurirla, l’attività dell’associazione e, soprattutto le storie e le sofferenze di coloro che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma dei fallimenti immobiliari, a partire dal 2003.

Ne sono orgoglioso, anche se la tristezza per tutti coloro che non ci sono più, e sono tanti, è tanta, unita alla rabbia per il soccombere di tante speranze… concrete, non sogni appesi nell’aria.

Come cambia questo blog

Dopo quasi un anno di interruzione, dovuto principalmente a cause tecniche (l’hosting statunitense sul quale si appoggia è fallito ed è ripreso dopo un lungo processo di recupero dei dati persi nel crash: ho salvato quasi tutto, tranne gli allegati dei primi anni di blog che, vi ricordo, ha iniziato nel lontano 2003!!!) e anche, devo ammetterlo, a una certa stanchezza nell’aggiornare una storia spesso dolorosa, riprendo il blog.

Con qualche piccola ma significativa modifica nella linea editoriale.

Per me, che parlo a titolo personale ma anche come vicepresidente di ASSOCOND-CONAFI (Associazione Nazionale condomini e Coordinamento nazionale vittime fallimenti immobiliari), è venuta l’ora di economizzare e integrare i diversi strumenti di comunicazione che sono cresciuti e moltiplicati in questi anni.

Non posso gestire contemporaneamente blog, pagina Facebook e Twitter con diverse informazioni. Quindi, partendo dal blog, informerò sia delle questioni inerenti il condominio, attingendo al sito ufficiale di ASSOCOND, sia le vicende riguardanti i fallimenti immobiliari e le problematiche che vi ineriscono, sempre drammatiche e, purtroppo, troppo spesso irrisolte.

In definitiva, la battaglia per la piena applicazione della legge continua e, se possibile, si intensificherà, ma sarà accompagnata da informazioni e consigli sul condominio. Tenendo sempre in primo piano la qualità che, anche su questo piano, i professionisti e le persone che animano ASSOCOND hanno sempre garantito con serietà e discrezione.

Riccardo De Benedetti

A più di dieci anni dall’apertura di questo blog!

 

Non mi piacciono le celebrazioni. E infatti mi è sfuggita la data del 7 maggio scorso: dieci anni fa, infatti, il 7 maggio del 2003, iniziavo a scrivere questa «Cronaca di una battaglia».

Il titolo è la modifica di un celebre racconto di Franz Kafka, Descrizione di una battaglia, nelle cui pagine è difficile intravedere qualcosa delle nostre storie se non nel tono alterato tipico delle sue narrazioni. Descrivere quello che è successo nei casi qui raccontati è come introdursi nell’universo del grande scrittore, nel quale i rapporti sono deviati da piccole intemperanze dei sensi; nel quale le cose si fanno e si pensano senza che le conseguenze siano percepite.

Insomma, mi sono aggirato in un mondo folle e discretamente insensato… se non fosse che questo mondo è il mondo reale, non l’universo immaginario di Kafka. Il nostro mondo, fatto di fallimenti che non sono fallimenti ma modi per continuare a fare cose illegali; di giudici che allegramente mettono all’asta case di povera gente; di leggi approvate all’unanimità e altrettanto all’unanimità, o quasi, non applicate; di giornali che faticano a capire perché non vogliono capire; un mondo spesso infame che irride la legalità e se ne fotte tranquillamente di ogni pur minima onestà.

È vero, in dieci anni ho descritto il peggio e anche quello che di meglio sono (siamo) riuscito/i a fare. Non è poco ma neppure tutto… e chi agisce, ahimè, vuole il tutto se questo corrisponde al poco che si è chiesto: il rispetto della legge!

Per coloro che leggono il blog venendo da twitter

Benvenuti nello sgradevole mondo delle vittime dei fallimenti immobiliari: ignorato, trattato con sufficienza pari all’ignoranza con il quale viene percepito da chi non è stato coinvolto. Un mondo fantastico, popolato (in ordine casuale)

  • da professionisti dell’ingiustizia, profumatamente pagati dai cittadini ignari e colpevolmente fiduciosi;
  • da politici distratti che dell’applicazione delle leggi dello Stato, da loro approvate, se ne fregano;
  • da banche sbadate che finanziano soggetti spesso da galera per poi rivalersi sugli acquirenti con l’improntitudine di chi ti pesta i piedi e poi ti dice “scusa non l’ho fatto apposta” ma ha il sorriso della soddisfazione;
  • da imprese a “bassa patrimonializzazione”… un modo elegante per dire che potrebbero scopare il mare e neppure sarebbero capaci di farlo bene;
  • da magistrati che nel loro “libero convincimento” sanno che è sempre il più forte economicamente che deve avere la meglio perché il meglio è dove ci sono i soldi;
  • da un diritto negato, quello al risarcimento, che una società di proprietà del ministero dell’economia, CONSAP, a distanza di sei anni non è stata ancora capace di determinare nella sua quantità perché non ha ancora finito le istruttorie;
  • dalla stessa società che per evitare di rendere conto, se mai qualcuno avessi il coraggio civile di chiederglielo, al Parlamento dei suoi ritardi si costruisci un alibi inviando a 8000 famiglie la richiesta di nuova documentazione oltre quella già correttamente inviata cinque se anni fa e dopo essere stata in silenzio per un lustro!!!!

 

Questo è il nostro mondo!!! Benvenuti e buona permanenza!!!!