Da leggere con attenzione, scandendo bene i passaggi, per fermarsi su un concetto fondamentale: non si può fare impresa e mercato rischiando i soldi dei clienti! Se questo avviene, come avviene, è perché manca l’impresa e manca il mercato, almeno nell’accezione classica del termine.
Detto dell’anomalia rappresentata dall’accesso al finanziamento per il tramite degli anticipi versati dagli acquirenti senza che questi abbiano ancora alcun titolo di proprietà, bensì solo delle promesse scarsamente valide e certificabili, occorre sottolineare un altro aspetto che evidenzia meglio ancora la situazione anomala.
In mancanza di capitale di rischio, in quanto l’assoluta maggioranza delle imprese edili ha un livello straordinariamente basso di patrimonializzazione, l’impresa lavora da una parte con i soldi ricevuti in prestito dalla banca e dall’altra con quelli anticipati dagli acquirenti.
Pochi o tanti che siano questi ultimi finiscono per essere determinanti per la redditività complessiva dell’iniziativa sulla quale l’impresa punta per ricavare profitti.
Di più: la presenza di soldi anticipati dagli acquirenti abbassa in maniera proporzionale il capitale di rischio residuo: più soldi si anticipano meno l’impresa rischia di suo e meglio esternalizza il rischio su soggetti impropri, gli acquirenti appunto.
A questo quadro si aggiunge la mancanza quasi assoluta di controlli relativi all’applicazione delle norme complessive, determinando una situazione di generalizzata disapplicazione della Legge in tutte le norme che regolano e disciplinano l’attività di costruzione.
In conclusione: la propensione all’azzardo morale da parte delle imprese, vale a dire la totale mancanza di rispetto della legge, dipende dal combinato costituito dall’assenza di capitale di rischio e dalla pari assenza di controlli.