Proposte di legge in Parlamento per introdurre sanzioni a chi non applica la legge

La situazione è questa: sono sei le proposte di legge depositate in questa legislatura volte a introdurre sanzioni nei confronti delle imprese che non applicano il d.lgs 122/05.

Prima di analizzarne il contenuto per spiegarle credo sia utile prenderne visione.

Qui di seguito i link a Camera e Senato dove è possibile consultarle.

Al Senato:

S. 547 Sen. Giacomo Caliendo (PdL) e altri: Modifiche al decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, in materia di tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire; 16 aprile 2013: Presentato al Senato11 giugno 2013: In corso di esame in commissione.

S. 552 Sen. Erica D’Adda (PD) e altri: Modifiche al decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, in materia di tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire, a norma della legge 2 agosto 2004, n. 210; 18 aprile 2013: Presentato al Senato2 luglio 2013: Assegnato (non ancora iniziato l’esame).

S. 867 Sen. Erika Stefani (LN-Aut): Modifiche al decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, in materia di tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire, a norma della legge 2 agosto 2004, n. 210: 21 giugno 2013: Presentato al Senato
17 luglio 2013: Assegnato (non ancora iniziato l’esame).

Alla Camera:

Proposta di legge: CIMBRO ed altri: “Modifiche al decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, in materia di tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire” (636).

Proposta di legge: MOLTENI: “Modifiche al decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, in materia di tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire” (1130).

Proposta di legge: CATALANO: “Modifiche al decreto legislativo 20 giugno 2005, n. 122, in materia di tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire” (1214).

I link portano ai testi di legge e allo stato del loro iter. Osserverete che sono percorsi diseguali nella tempistica e nella presa in carico delle diverse commissioni nei quali sono incardinati. Solo questo dato sta ad indicare la difficoltà che troviamo nel rendere evidente al Parlamento la necessità di un intervento inteso a rendere effettiva una tutela ormai decennale e consolidata nel nostro ordinamento.

 

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